La Cosmologia di Martinus
Sito informativo sulla Scienza Spirituale, l'Eterna Visione del Mondo

Una visione ottimistica della vita

 

Conosci te stesso
Fintanto che la nostra vita è un mistero, rimangono un mistero anche gli enigmi del mondo. La cosmologia cioè la descrizione totale dell'esistenza - tratta perciò di noi stessi. Tratta delle condizioni stesse della nostra esistenza. Il motto di questo quadro mondiale è: “Conosci te stesso e conosci tutto il mondo”.


L'universo è un essere vivente

Il pensiero centrale della visione dell'universo di Martinus è che esso vive e pensa. L'universo è un insieme organico composto da esseri viventi che collaborano. Tutti gli esseri viventi costituiscono insieme un unico essere vivente onnicomprensivo. Mediante le religioni abbiamo fatto conoscenza con questo essere vivente onnicomprensivo sotto il nome di Dio. Tutta l'esistenza, l'intera vita, costituisce un'unità inseparabile. Attraverso una collaborazione regolare si sviluppa gradualmente la facoltà di vivere in perfetta armonia con tutti. Raggiungiamo la coscienza cosmica. Diventiamo “una sola cosa con la vita”. Adempiamo alla legge della vita ed amiamo il nostro prossimo come noi stessi.

Nessuna religione, nessuna appartenenza
La cosmologia di Martinus non è una religione. Perciò non si può diventare membro della cosmologia di Martinus. La cosmologia descrive tutta l'esistenza. Tutto e tutti sono in anticipo membri di questo insieme. Martinus con la sua opera non desidera raccogliere una schiera di proseliti ciecamente credenti. Egli non desidera che noi crediamo in quello che scrive. Al contrario lui desidera che noi, partendo dalle nostre esperienze, verifichiamo se quello che scrive concordi con la realtà. Martinus non predica neanche una morale, ma indica che la vita stessa imprime una morale più elevata nei nostri cuori e nei nostri cervelli. Invece d'una religione Martinus desidera creare una scienza spirituale. Il compito della scienza spirituale è quello di indicare con l'analisi le condizioni fondamentali per l'esistenza della vita. La verità è universale o cosmica.

Una concezione cosmica della vita
Nella sua attività letteraria Martinus introduce un nuovo concetto di vita, una visione di vita cosmica. La nostra attuale breve vita terrestre viene messa in connessione con lo sviluppo cosmico. La vita è eterna e per capirla, deve essere vista nella prospettiva dell'infinito.

Da animale ad uomo
Dal punto di vista evolutivo noi uomini siamo animali altamente sviluppati. Questo è da tanto tempo un fatto biologico ben conosciuto. La cosa nuova nella visione dell'evoluzione presentata da Martinus è che noi come individui prendiamo parte personalmente a tutto il processo d'evoluzione. Noi uomini siamo esseri di transizione, in parte animali ed in parte uomini. Siamo esseri sfingi. Le nostre attitudini egoistiche hanno origine nella lotta per l'esistenza nel regno animale. Lì furono una necessità, una virtù. Ma oggi non è cos. Oggidì queste innate attitudini bestiali minacciano in realtà l'esistenza di tutta l'umanità. Con l'andare dell'evoluzione l'egoismo è diventato un'attitudine automatica, che - senza che ne siamo completamente consci - guida le nostre azioni verso scopi che prima di tutto mirano a vantaggi personali. Nella nostra anima si svolge una lotta fra la nostra mentalità bestiale preistorica e la nostra albeggiante consapevolezza umana. La nostra sorte cosmica è il diventare cittadini di un vero regno umano dove la base della vita è l'altruismo o l'amore assoluto per il prossimo.


Creiamo noi stessi il nostro destino

Perché i destini degli uomini sono così diversi? Perché esiste così tanta sofferenza? Perché soffrono così tante persone, in apparenza ingiustamente? Finché siamo “ciechi all'eternità” non vediamo le cause più profonde del destino. Non sappiamo che la nostra vita attuale è un anello di un progetto più ampio e che essa costituisce una continuazione di un processo di sviluppo che si svolge eternamente. Perciò non vediamo che la nostra vita attuale è la conseguenza del nostro modo d'agire e di pensare, come non vediamo neanche che le nostre azioni ed i nostri pensieri oggi creano un modello di destino, che dovremo provare nelle vite a venire. Martinus analizza la struttura dell'eternità della vita e dimostra che la morte non esiste. Quello che noi vediamo della vita sono strumenti, organismi, e non la vita stessa. Questi strumenti vengono continuamente rinnovati, vengono costruiti e consumati, ma la causa, la vita stessa, dura eternamente. Oltre a strumenti fisici abbiamo anche strumenti spirituali. Viviamo in due mondi, uno fisico ed uno spirituale, ma noi ne conosciamo ancora solamente uno, quello fisico. Perciò il nostro destino è un mistero. Però, secondo Martinus, creiamo noi stessi il nostro destino, che è determinato da quello che pensiamo e facciamo. Il destino, il futuro, resta nelle nostre mani e dentro di noi ci sono energie latenti che stanno aspettando di venire usate.

Il significato della sofferenza
Tutta la sofferenza del mondo ha un significato? Sì, secondo Martinus la sofferenza ha una missione importante. Ci trasforma e crea man mano talenti per la compassione e l'umanità. La sofferenza è l'inevitabile conseguenza del fatto di praticare la legge di vita del regno animale: "Ognuno per sé". La via della sofferenza conduce infine alla coscienza cosmica, alla coscienza dell'amore. Causare sofferenza al prossimo è espressione della mancata conoscenza della legge del destino: “L'uomo raccoglie ciò che ha seminato”. Noi non sappiamo quello che facciamo, ma quando raccogliamo quello che abbiamo seminato, impariamo a distinguere il male dal bene. Quando abbiamo imparato ciò, facciamo esclusivamente del bene.

Esiste una giustizia nell'esistenza?
È importante fidarsi del fatto che l'esistenza è giusta. L'ordine giuridico della società si sviluppa al fine di garantire a ogni uomo la giustizia. Secondo Martinus l'ordine mondiale stesso, le eterne leggi dell'esistenza, garantiscono che la giustizia completa prevalga in tutte le situazioni e in tutte le condizioni di vita. Dato che nessuno può provare altro che le conseguenze delle proprie azioni, nessuno può soffrire senza averne colpa. La causa più profonda delle nostre sofferenze non sono i nostri cosiddetti nemici. Loro sono solamente strumenti per la ripercussione su di noi delle azioni che abbiamo fatto nel passato - qualche volta anche nelle vite precedenti. La radice del male esiste dentro noi stessi. L'uomo, dice Martinus, è il nemico più cattivo di se stesso, ma lui non lo sa. Dato che non possiamo provare altro che quella sofferenza che abbiamo causato agli altri, cominciamo qui a intravedere una giustizia più elevata dietro ogni cosa.

Il comune scopo futuro dell'umanità
Ogni forma di sviluppo ha luogo in base a leggi universali o cosmiche. Conoscere bene queste leggi fondamentali cosmiche rende possibile prevedere il comune scopo futuro dell'umanità. Come si susseguono regolarmente luno dopo l'altro giorni e notti, estati ed inverni, così anche al buio mentale segue la luce mentale, all'odio l'amore. Lo scopo cosmico dell'evoluzione sulla terra è la creazione di un regno di pace globale, “gli stati uniti del mondo". Nella sua cosmologia Martinus analizza le condizioni per la realizzazione graduale di un ordine giuridico internazionale. Però, questo stato mondiale non può essere creato a comando, ma solamente attraverso l'evoluzione. Con il suo quadro mondiale cosmico, sostenuto da analisi logiche, Martinus dimostra che la nascita dell'amore per il prossimo qui sulla terra è una conseguenza inevitabile di un ordine mondiale regolare. L'amore per il prossimo è un composto armonico d'intelligenza e di sentimento, uno stato mentale in perfetta armonia con il tono fondamentale dell'universo, che è appunto l'amore. Perciò l'amore per il prossimo non è solamente una bella utopia, una fata morgana, ma una realtà scientifica. Questo fatto alla fine metterà la nostra coscienza in completa armonia con la realtà assoluta e ci unirà alla vita ed alla divinità.

                                                                                                                                       (di Rolf Elving)

 © Istituto Martinus 1981
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